La verità, vi prego, su Mejerchol’d
Andrea Porcheddu, «L’Espresso».
Il 25 ottobre 1917 la corazzata Aurora entra nella Neva e si ancora a fianco della cattedrale di Pietro e Paolo. Alle 21,45, un colpo di cannone dà il segnale della rivoluzione. In quel clima, tra i primi provvedimenti di Lenin, arriva la nomina a commissario per l’istruzione di Anatolij Lunacarskij che convoca subito nella sede del governo rivoluzionario «tutti i rappresentanti delle varie arti disposti a collaborare» con i bolscevichi. Si presentano in cinque: i poeti Alexander Blok e Vladimir Majakovskij, i pittori Natan Altman e Kuzma Petrov-Vodkin e un regista, Vsevolod Mejerchol’d.
C’è una descrizione, che fece lo slavista e critico Angelo Maria Ripellino, di Mejerchol’d, e che dice più o meno: «Mejerchold piombò su Mosca come un demonio riottoso. Le labbra strette, lo sguardo accigliato, portava un logoro cappotto soldatesco con la rivoltella alla cintola, una sciarpa di lana, le fasce, un berretto con la stella rossa». È lui, il ‘Dottor Dappertutto’, il protagonista di un libro bello, potente, spiazzante che torna in libreria grazie a Cue Press: L’Ottobre teatrale, curato con amorevole e ultradecennale passione da Fausto Malcovati. Nella prefazione, Malcovati ricorda quando, nel ’71, nella Mosca ancora duramente sovietica, assieme a Silvana De Vidovich, incontrò il maggior studioso di Mejerchol’d, Alexander Fevral’skij. Da quel confronto nacque una raccolta di scritti mejercholdiani, edita da Feltrinelli nel ’76. Il libro, che si concentra sugli scritti dal 1918 fino al 1939, ha aperto la strada alla necessaria riscoperta del rispettoso e rivoltoso allievo di Stanislavskij. Ritrovare L’ottobre teatrale, in edizione riveduta e ampliata, significa allora fare i conti, con maggior consapevolezza, con una storia creativa e umana straordinaria, avvincente anche per chi non si occupa di teatro. Pagine fantastiche, impegnate, dettagliate, illuse e disilluse, fatte di discorsi, bozzetti, commenti, osservazioni: scritte fino a quando lo stalinismo metterà violentemente fine all’avventura teatrale e alla vita di Mejerchol’d.